Dionysiac
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Diversità, felicità e dolore
Forse è un po' una visione Schopenaueriana di come vedo la felicità, ma non credo che sia un punto di vista assunto intenzionalmente. Cerco di definire o ridefinire il rapporta tra diversità e felicità.
5 Luglio 2022
Contenuti:
Diversità e rarità
Scommetto che tutti almeno una volta nella vita ci siamo sentiti diversi. In particolare mi riferisco al modo in cui percepiamo il mondo ed al modo in cui elaboriamo i nostri pensieri. A Settembre dell'anno scorso ho scoperto di essere un "INTJ" (Enneagramma 5), un tipo di persona molto rara, la più rara (circa 1% della popolazione). Ho scoperto di questa teoria chiamata MBTI che deriva dalle teorie di Carl Jung. Mi si è aperto un mondo ovviamente, ma al di là di ciò ho capito chi sono. La teoria mi ha dato l'opportunità di capire chi sono davvero. Ma soprattutto ho capito che non sono solo. In particolare mi riferisco a tutti quei comportamenti che abbiamo ma che non sono nostri, e che ci vengono imposti dal contesto.
Tutta questa storia, oltre a farmi capire chi sono, cosa mi rende felice e come ragiono, mi ha sicuramente dato modo di vedere il mondo con occhi diversi, cercando di capire cosa mi è compatibile e cosa no.
- Non ho alcun tipo di senso del dovere
- Il mio stile è opposto ad ogni tipo di tradizione
- Vivo perennemente nel futuro, ed ho una pessima memoria a lungo termine
- Sono un innovatore piuttosto che un conservatore
- Ho un fortissimo senso di indipendenza
- Una forza di volontà ed una disciplima molto marcate
- Sguazzo nella mia testa, in un pozzo di obiettivi e desideri
- E poi mi ritengo molto bravo nel notare i pattern, il funzionamento ed i meccanismi.
Diciamo che tutto questo mi porta ad essere una persona che:
- È assorta nei suoi pensieri
- È molto aperta alle nuove idee ed esperienze
- È molto selettiva nelle amicizie, ed in come passo il tempo.
- È anticonformista
Tutto ciò è molto diverso dal resto del mondo, quasi opposto direi. La società è fatta per rispettare le regole ed il sistema, in pochissimi lo rinnovano e propongono miglioramenti. La società è fatta di gente che rispetta le regole, non che pensa fuori dagli schemi. La società è fatta di gente che vive, non di gente che pensa. Sono una minoranza insomma. Ovviamente si vive da disadattati così; ma è anche normale esserlo, essendo rari. E comunque è normale che il mondo sia così. Immagginati se tutti volessero cambiare il mondo; sarebbe un mondo senza regole. Invece no, quelli intuitivi sono pochi, molto pochi.
Altri "INTJ" sono Stephen Hawking, Mark Zuckerberg, Elon Musk, Isaac Newton-- tutti disadattati del cazzo. Guardate Mark Zuckerberg, sembra un alieno. Questa persona ha un guardaroba pieno di vestiti uguali, e sorride che sembra un ebete. Le sue idee però hanno rivoluzionato il mondo.
Ovvimente io non mi paragono nemmeno a gente del genere. È chiaro però che riconosco in me il loro stile di vita. Questa storia del guardaroba con tutti i vestiti uguali non mi turba, anzi, la ammiro. È da mesi che voglio passare a sole magliette in cotone 100%, bianche. Perchè mi piacciono. Immaggina di indossare ogni giorno il tuo vestito preferito. Figo, no? E poi è palesemente comodo. Immaggina non doverti più preoccupare di scegliere ed abbinare i vestiti prima di uscire. Oppure, immagina di dover lavare una sacco di vestiti tutti dello stesso colore e materiale: comodo, no?
Stile di vita e felicità
È facile anche intuire che mi rendono felici cose diverse dalla massa. E comunque il mio stile di vita è molto diverso. Vivo senza social media, senza televisione e fuori dalla società. Mentre la gente della mia età si spacca di alcol il sabato sera, io sto a casa a programmare un sito statico in html e css.
Mentre la gente rimorchia e scopa, io faccio le mie passeggiatine al tramonto. Chi, della mia età, scrive su un blog? Seriamente.
Dolore
Si tratta di una guerra vera e propria, che dobbiamo fare tutti ogni giorno per imporre la nostra volontà, i nostri desideri, le nostre preferenze, il nostro tempo, il nostro spazio, noi. Ci dobbiamo imporre, o moriamo nella passività della rinuncia. La felicità è guerra. Ma le mie differenze o feriscono gli altri o feriscono me. Ed è per questo che mi tocca far stare male chi mi circonda. Mi tocca vedere la mia gente stare male. O loro o me. O interrompo un pranzo con le grida di qualcuno che si incazza o sto zitto e calo la testa quando mi dicono che mangiare i ceci è da "strano". O sto zitto e buono ogni volta che mi prendono per il culo perché mangio le lenticchie o rovino la giornata a chi me lo dice, facendoli sentire pecore di un sistema che non si cura di loro. Le differenze qualcuno le paga, sempre. Ed io, dato che sono nato pecora nera, sono nato per fare del male, a me o a gli altri.
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